Il Buffardello, folletto presente nella tradizione popolare della provincia di Lucca e in particolar modo della Garfagnana ma anche della Lunigiana in provincia di Massa Carrara.
Lo Gnefro è un folletto della cultura popolare del centro Italia e in particolare della zona della città di Terni e della Valnerina.
Il Lauru o laurieddu è una creatura maligna dell'immaginario folkloristico del Salento, della Valle d'Itria e della Murgia.
Il Lenghelo, detto anche lenghero, lenghelu o familiarmente lengheletto, è un folletto o spiritello presente nella tradizione popolare dei Castelli Romani.
Il Linchetto è un folletto presente nella tradizione popolare della provincia di Lucca, in particolar modo nella piana di Lucca, ma anche in Garfagnana.
Il Mazapèqul fa parte di una piccola famigliola di folletti della notte, composta da diverse tribù quali i Mazapedar, i Mazapegul, i Mazapigur e i Calcarel, diffuse un po' in tutta la Romagna.
Il Mazaròl è un folletto tipico del folklore del Primiero e di alcune zone della provincia di Belluno.
Il Monachicchio generalmente viene considerato come uno spirito di un bambino morto prima di ricevere il battesimo.
Il Munaciello è uno spiritello leggendario che pare abbia le fattezze fisiche di un ragazzino deforme abbigliato con un saio e fibbie argentate sulle scarpe.
Lo Scazzamurrieddhru, noto anche come Scazzamurrill, è un dispettoso folletto del folklore meridionale.
Lo Squasc è un essere mitologico del folklore della Lombardia orientale.
Il Tummà è un folletto dal naso gigante del folklore Pugliese.
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I verbi in italiano si coniugano per persona (1a, 2a o 3a) e per numero (singolare o plurale) del soggetto, per tempo (presente, passato, futuro), per modo (indicativo, congiuntivo, condizionale, imperativo, infinito, gerundio e participio) e talvolta per genere (maschile o femminile) del soggetto o dell'oggetto. A differenza di altre lingue (ad esempio dell'inglese o del francese) non è obbligatorio porre prima del verbo il pronome personale soggetto dato che le desinenze tra le diverse persone utilizzate nella coniugazione solo raramente permettono ambiguità.
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